Struttura

Foto del parco

Le origini del nostro istituto

Di Francesco Celsan

Secondo lo storico Gaetano Maccà (Sarcedo, 27 maggio 1740 – Vicenza, 5 marzo 1824), autore di una Storia del territorio vicentino, risale al 1418 l’anno di inizio di costruzione dell’ospitale di Chiampo.

Dal 1404 Chiampo faceva parte della Serenissima Repubblica di Venezia… e l’America non era stata ancora scoperta.

L’autore precisa che l’edificio era destinato ad ospitare i poveri infermi ed i pellegrini. Fu costruito per iniziativa della confraternita (detta anche fraglia) dei battuti. Chi erano i battuti?

I battuti erano gli appartenenti a diverse confraternite di laici attive fin dal Medioevo. Il nome deriva dalla penitenza della flagellazione che -in epoca precedente- gli aderenti si imponevano come forma di penitenza e di espiazione. Il nome rimase anche quando, l’usanza della flagellazione -il che avvenne ben presto- cadde in disuso.

Solitamente I battuti compivano opere di beneficenza e assistenza, soprattutto gestendo ospizi ed ospedali. Queste formazioni erano consuete in tutta Italia. Le confraternite erano organizzate secondo una certa gerarchia. Solitamente al vertice stava il castaldo, con responsabilità di amministratore.

Risorse finanziarie significative, indispensabili al funzionamento ed all’ammodernamento della struttura, provennero, nel corso dei secoli, da donazioni e lasciti testamentari. Sono prova dell’apprezzamento di cui godeva l’ospitale presso la popolazione.

Dopo qualche decennio, accanto all’ospedale fu costruita la chiesa dedicata a S. Antonio Abate. Un ruolo importate lo ebbe l’arciprete mons. Bonifacio Biolo (1599-1663). Ebbe il merito di rendere cosciente la comunità di Chiampo dell’importanza dell’Ospedale S. Antonio. E lo fece con le parole ma soprattutto con l’esempio.

Non dimentichiamo che negli anni del suo ministero le condizioni di vita della popolazione chiampese erano particolarmente difficili.

particolare-lavori-1970

Foto particolare lavori nel 1970

Foto storica dell’ospedale

A peggiorare la situazione arrivò la peste. La famosa peste dei Promessi Sposi del 1630 si scatenò nel Nord Italia e colpì anche le contrade di Chiampo seminando morte e desolazione. L’abate Biolo, con ultimo gesto di generosità, designò erede universale dei suoi beni L’Ospedale di S. Antonio di Chiampo con l’indicazione di destinare i suoi beni a sollievo ed aiuto dei poveri del paese e con l’obbligo di tenere una scuola pubblica.

Non più quindi solo ospedale. Il sopra ricordato Maccà visitò l’ospedale alla fine del ‘700 e registrò che all’interno dello stesso vi era sistemata una scuola con l’abitazione del maestro.

L’antico ospedale fu ricostruito nel 1847 a spese del Comune. I tempi erano cambiati, il paese era cresciuto e nuovi bisogni si affacciavano: si faceva strada il progetto di creare un asilo d’infanzia per i bambini, in particolare gli orfani, gli abbandonati, i più poveri. Fu chiesto pertanto l’aiuto delle Suore Apostole del Sacro Cuore.

La richiesta fu ascoltata e nel 1903 arrivarono a Chiampo le prime suore: alcune si prendevano cura dei bambini dell’asilo, altre prestavano servizio all’ospedale, altre ancora seguivano una piccola scuola di cucito riservata alle ragazze.

Negli anni quaranta fu costruito un edificio destinato esclusivamente ad asilo, proprio dove esiste l’attuale scuola dell’infanzia, lungo via B. Biolo. Un altro ampliamento dell’ospedale venne portato a termine nel 1931.

È dopo questo intervento che si riscontra una nuova dicitura: accanto alla parola ospedale c’è anche la locuzione ricovero per vecchi.

Un altro rifacimento radicale fu attuato nel 1965. Già dal 1958 era stato chiamato ad assumerne la presidenza il cav. Girolamo Bevilacqua. Ma ci siamo ormai avvicinati ai nostri giorni…

Fonti:

  • Gaetano Maccà “Storia del territorio vicentino”
  • Vittoriano Nori “Chiampo Storia Arte Scienza – Guida illustrata”
  • Silvio Dal Maso “Origini e sviluppo della Casa di Riposo S. Antonio Abate”
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Foto ospedale ricovero 1932