Le nuove sfide per una RSA

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04 apr Le nuove sfide per una RSA

Per descrivere la complessità della gestione dei servizi per anziani da parte di un ente come l’Ipab Chiampo, bastano alcuni numeri. Nel 2024 il Centro servizi assistenziali ha avuto 178 ospiti, il Centro diurno ne ha avuti 51, le prestazioni erogate in assistenza domiciliare sono state quasi 2.700 e i pasti preparati dalla cucina interna e consegnati a domicilio sono stati 7.163. Tutto questo non sarebbe possibile senza la professionalità e la dedizione dei dipendenti, che in totale, tra assunti direttamente dall’ente e tramite cooperativa, sono 131 (operatori, infermieri, assistenti sociali, fisioterapisti, logopedisti, cuochi, ausiliari personale delle pulizie, manutentori…).

Una tendenza europea

“Una struttura come la nostra – spiega il direttore Michele Testa – ha una forza lavoro pari a quella di un’azienda medio-grande. Il costo del personale sfiora in un anno i quattro milioni di euro. Tuttavia, non sempre è facile trovare sul mercato del lavoro infermieri e operatori socio sanitari. È un problema che riguarda l’intera Unione Europea, come ha sottolineato anche la Regione del Veneto in un convegno, tenutosi lo scorso novembre, dedicato proprio a questa problematica”.

La Regione scrive infatti sul proprio sito: “L’OMS stima che entro il 2030 negli Stati membri dell’Unione Europea mancherà un numero elevato di professionisti legato in particolare alla carenza di personale sanitario, riguardante prevalentemente il profilo professionale di infermiere e di alcune altre figure di medici specialisti oltre alla carenza di altri operatori dell’area assistenziale. Dalle analisi emergono due macro-fattori che concorreranno alla carenza di personale sanitario e alla diminuzione del numero di lavoratori: la previsione di un numero molto elevato di uscite di tale personale operante nel Servizio sanitario per quiescenza e dimissioni precoci dal lavoro e l’aumento di richiesta di prestazioni sanitarie legato al progressivo invecchiamento della popolazione, all’aumento delle patologie croniche e, più in generale, all’aumento delle aspettative dei pazienti nei confronti del SSN”.

Per tale motivo la Giunta regionale del Veneto ha adottato il “Piano regionale di contrasto alla carenza di personale del Servizio socio sanitario regionale del Veneto” ( DGR n. 960 del 13 agosto 2024 ), che si pone, per il prossimo quinquennio, due principali obiettivi: analizzare il contesto regionale e le specificità del territorio veneto rispetto al quadro nazionale e internazionale; proporre una serie di azioni orientate ad attenuare gli effetti della crisi del personale sanitario e assistenziale, perseguendo politiche per rafforzare il Sistema sanitario regionale.

Le soluzioni a Chiampo

“Di fronte a questo scenario noi di certo non stiamo con le mani in mano – sottolinea il direttore –. L’ente, infatti, nel corso degli ultimi due anni ha effettuato più concorsi. D’accordo con il CdA, abbiamo creato un gruppo stabile di infermieri, tutti dipendenti, mentre in precedenza erano in parte libero professionisti o della cooperativa, con l’obiettivo di realizzare una squadra su cui investire. Lo vogliamo fare anche per gli operatori socio sanitari, per i quali abbiamo recentemente bandito un nuovo concorso. Anche in questo caso vogliamo creare un gruppo stabile, che possa lavorare in maniera uniforme e con gli alti standard assistenziali che l’ente ha sempre ricercato. Ma c’è di più: ci stiamo muovendo per promuovere un corso OSS in zona, in modo da incrementare il bacino d’utenza da cui attingere. Oggi tutti i nostri servizi sono garantiti con la massima professionalità, ma bisogna essere preparati ad affrontare al meglio gli scenari che potrebbero porsi davanti a noi. Insomma, stiamo adottando tutte le soluzioni possibili per guardare con fiducia al futuro”.