04 apr Il coordinatore socio-sanitario, figura chiave di una casa di riposo
Un ritorno alle origini, con nuove sfide e nuove responsabilità. Il coordinatore socio-sanitario dell’Ipab Chiampo e Alta Valle, Diego Nardi, non è un volto nuovo per la nostra struttura. Appena dopo aver ottenuto, nel 1993, il diploma di infermiere professionale, fu infatti il primo, con questa qualifica, ad entrare nella casa di riposo, quando essa era ancora gestita dalle suore. Poi varie esperienze nel nord Italia: nel reparto di ortopedia dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, a Villa Erbosa a Bologna come coordinatore della medicina interna e della lungodegenza, nell’infermeria della casa circondariale Dozza (sempre a Bologna), nell’allora Ulss 5 Ovest Vicentino (con un incarico anche nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Montecchio Maggiore) e, infine, il nuovo ruolo presso il centro servizi assistenziali “S. Antonio”.
Chi meglio di lui può quindi raccontare l’evoluzione della casa di riposo di Chiampo? “Dal 1993 è cambiato tutto – spiega –. Quando sono entrato nella struttura, ero l’unico infermiere professionale, con tutti gli oneri del caso. Oggi, invece, siamo di fronte ad un’organizzazione ben più ampia e, quindi, più efficiente. Gli infermieri assunti dall’Ipab sono 11, cui si aggiungono 3 liberi professionisti e un infermiere sotto contratto con un’agenzia interinale. Nonostante la carenza di infermieri sul mercato del lavoro, possiamo dire che attualmente l’organico è adeguato alle necessità della struttura e dei nostri ospiti, cui viene garantita un’assistenza continua e qualificata”.
Ma di cosa si occupa il coordinatore socio-sanitario? “Ha la piena responsabilità sulla gestione delle risorse socio-sanitarie impiegate nei diversi nuclei – spiega Diego Nardi – e, di conseguenza, sul controllo delle attività, sempre in stretta collaborazione con l’Amministrazione. L’obiettivo quotidiano è quello di un continuo miglioramento dei servizi, che passa anche attraverso il monitoraggio del comportamento e della professionalità del personale, attraverso la valutazione delle performance, stilata due volte all’anno”.
“Dal punto di vista più pratico – continua – mi occupo anche della programmazione dei turni degli infermieri (mentre quelli degli operatori socio-sanitari sono gestiti dagli uffici amministrativi), dell’avvio dei piani di lavoro e dei piani di assistenza individuali in collaborazione con le altre figure professionali presenti in struttura. Partecipo, inoltre, alle unità operative interne e collaboro alla costruzione dei protocolli infermieristici”.
Insomma, quello del coordinatore socio-sanitario è un ruolo fondamentale per il corretto funzionamento di un’organizzazione complessa quale è una casa di riposo. Un incarico certamente impegnativo, ma che porta in sé un aspetto comune a chi lavora nei diversi nuclei della struttura: “Assolutamente non manca il contatto con i nostri anziani ospiti – conclude Nardi – e questa è la parte più bella del nostro lavoro. Il rapporto umano con persone che possono avere anche svariati problemi di salute, ma che hanno alle spalle un così grande bagaglio di vita, è sicuramente la cosa che ci arricchisce di più”.